martedì 13 gennaio 2009

Di rete e di mode

Conosco la rete da quindici anni, e gira che ti rigira i luoghi virtuali sono tutti uguali, e li fanno le persone. 
Cambia la piattaforma, la grafica, qualche multimedia in piu' ma se non e' zuppa e' pan bagnato. 
Alla radio ho sentito la migliore definizione di Facebook, e social network similari:
- Vai per incontrare vecchi amici, compagni di merende e ti ritrovi a trombare - pure in senso metaforico - con nuovi, che se li avessi come colleghi o vicini di casa non degneresti di uno sguardo -.
Sono fenomeni relazionali e psicologici conosciuti: le aspettative, le proiezioni, le illusioni e relative delusioni, le spersonalizzazioni, le multi identita'.
Penso che la rete sia uno strumento per esprimere opinioni e sensazioni, piu' che luogo d'emozioni, magari suggestione per i neofiti ma poi col tempo si impara a ridimensionarla al suo giusto valore. 
Non e' un'immagine, una foto, o una poesia che ti rendono diverso da come sei, semmai puoi apparire certo, ma poi le carte si scoprono nell'incontro reale, nel contatto con l'altro. 
Io la uso per comunicare, esprimermi, conoscere gente, i piu' simpatici o affini li incontro in amicizia, proprio per togliere quella patina di immaginario che talvolta offusca mente e sensi, e ricondurre le persone a sane relazioni non virtuali e sociali.

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