mercoledì 19 novembre 2008

L'uovo del serpente

Da una vita ormai mi occupo di politica e di informazione.  
Per politica non intendo partiti o i soliti nomi e facce, che bisognerebbe smettere di parlarne, poiche' si sta dando loro troppa importanza e rilevanza, togliendo voce alla gente comune, a chi vive il quotidiano, i problemi reali e concreti. 
Basta parlare di gente famosa che non vale nulla o assai meno di qualunque di noi, ma si scriva del proprio vissuto, non in termini diaristici, ma nella ricerca di cio' che accomuna e non divide. 
Oggi mia figlia mi raccontava di un suo compagno di scuola, i genitori si stanno separando perche' il padre ha una relazione clandestina con una persona extracomunitaria, e ultimamente sta risicando i soldi alla famiglia, ai figli, si presume per darli invece al suo nuovo amore. 
Storie di ordinaria follia, d'accordo. 
Ma quel che mi ha colpito e' stata la frase, il commento del ragazzo, piangendo: 
- E ora ditemi come non posso essere razzista -. 
Nel suo mondo oggi crollato il primo bersaglio e' la persona diversa, quasi una strega aliena, che gli ha rubato l'affetto paterno.
E non quel padre, in tutta la sua fesseria di povero maschio risvegliato nei sensi da una donna piu' giovane di lui di vent'anni, sicuramente piu' sensuale e piu' magra della sua compagna da una vita. 
Un padre che per dare denaro a questo suo nuovo amore, ha rifiutato di pagare i libri al figlio per la scuola, adducendo scuse di debiti. 
Un uomo che non ha avuto il coraggio di divorziare, tutelando cosi' la sua prole, ma scoperto con le mani nella marmellata come un ragazzino. 
Eppure l'odio, il rancore, inconscio emotivo, viene rivolto sempre verso l'amante, quale maga Circe che rende  succubi di chissa' quale incantesimo; mentre in verita' ogni donna e uomo sono consapevoli della potenzialita' delle armi di seduzione; oltremodo in un matrimonio stanco, anche se all'apparenza da mulino bianco. 
Per i figli invece cambia un mondo, quello degli affetti, valori, vengono a mancare pure i beni materiali. 
Ed e' cosi' che scattano i meccanismi di livore, odio anche razziale, di genere, per l'estraneo, il cattivo di turno, il mostro, che non e' mai nostro padre, madre, amico, collega, vicino di casa. 
Allora che gli si dice oggi a questo ragazzo, come tirarlo su di morale, con l'isola dei famosi o parole e video razzisti? 
Oppure accogliendolo alla corte dei miracoli, quella dei reietti, rifiutati dalla storia, nomadi del futuro, cercando di fargli capire con atti, fatti ed esempi di brave persone, che il razzismo e' una brutta bestia che ti morde da dentro, e ti ci svegli assieme d'improvviso.
Spiegargli che il nemico non e' quello di colore o la donna che fa fesso tuo padre, ma forse lo stile borghese e ipocrita in cui hai vissuto finora, quella nebbia che ti impediva di vedere chi soffriva, e come la gente cosiddetta normale, a destra come a sinistra, di ogni colore e genere, si venda e baratti l'anima per soldi, potere, o un po' di sesso.
Il peccato non e' la mela tentatrice o il serpente.
E' il verme dentro. 

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