venerdì 10 ottobre 2008

Di rete e di ratei

Apro la posta elettronica, e trovo una mail di una societa' di comunicazione che mi domanda: 
- Lei esce su tutti i giornali? -. 
Sorry, io che non sono nessuno esco solo sul blog, a gratis come si suol dire dalle mie parti. 
Leggo poi che Google ha messo a punto un nuovo sistema di messaggeria per Gmail ove, ad orari prestabiliti individuati come piu' a 'rischio', e' possibile verificare la lucidita' di chi scrive, e di conseguenza evitare i folli.
Corre voce in rete sul business delle chat, investendo nella registrazione di nick a pagamento; qualcuno ha gia' pensato elemosinando presunti costi esosi dei server, di organizzare una sorta di offerta libera caritatevole per appartenere ad una comunita' virtuale.
A me tutte queste luminose idee ricordano la pesca di beneficenza della parrocchia alla sagra di paese. 
Alla faccia di Internet, giochi senza frontiere. 
Chi scrive di verita' viene appellato come sgradevole, o benevolmente bisognoso di conforto, quasi patetico; sgradevole perche’? 
Perche’ ci si rifiuta di essere complici nel formulare il solito pistolotto tormentone tipico dei blog dell’ipocrita volemose bene o lei non sai chi sono io? 
Ma quanto sono umani quelli che pubblicano in rete di scenette commoventi a cui assistono in real life, augurando loro di non esserne mai i protagonisti. 
Assai piu' concreto e funzionale farsi confortare da braccia non virtuali, ovviamente scusandosi dell'essere ancora reale.
E se - oltre alle borse - colano a picco pure le ovaie.

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