venerdì 17 ottobre 2008

Venerdi' diciassette

Oggi e' venerdi' diciassette, e si vede. 
Si sente di sfighe e anatemi, macumbe e wodoo. 
La gente diventa superstiziosa quando non si spiega gli eventi, i fenomeni naturali, gli accadimenti del mondo. 
Perse ragione e logica, quando non si ha altra via di fuga, l'evasione e' nell'occulto o su Internet. 
Il venti per cento della popolazione soffre di solitudine; un altro venti per cento la fame e la sete; un venti per cento campa senza fare o vedere un cazzo; un venti per cento forma la fattoria degli animali, galline e capponi.
Il rimanente venti per cento e' diverso dal restante ottanta per cento, differente, strano, stranito, straniero. 
Il piu' grande bisogno, desiderio, sogno collettivo e' evadere. 
I giovani direbbero sturbarsi; gli anziani masturbarsi; la piccola societa' borghese turbarsi. 
Rushdie, l'autore dei Versetti satanici, dichiara che la camorra e' peggiore della Fatwa, e se e' lui ad affermarlo allora c'e' da credergli.
Mentre Casal del Principe,  luogo natio di Saviano, sentenzia che se l'e' cercata, come d'uopo nei processi per stupro. 
Pure a me dicono che sono peggio di Brunetta, ma se serve a trasmettere, per amore o per forza, consapevolezza e responsabilita', francamente me ne infischio. 
Sto leggendo il Mercante di fiori di Diego Cugia, sulla tratta delle bianche. 
A Bergamo il gestore di un bar, che probabilmente vota Lega e disprezza i neri, senza alcun scrupolo a far lavorare in nero minorenni, costringeva ragazzine anche tredicenni ad avere rapporti sessuali con lui, minacciandole di licenziamento. 
Se amate rose e cuori virtuali, non leggetemi, scrivo di realta', ironica, tragicomica, romanzata. 
Se volete l'apostrofo rosa, baciatevi la luna.

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