lunedì 23 febbraio 2009

In movimento

Ordunque oggi mi tocca fare un discorso serio, ponderato. 
Di fare un movimento e' tanto che si mormora, sussurra in Rete, vediamo di analizzare i punti salienti e critici. Indubbiamente il progetto e' un po' folle, d'altronde senza quel pizzico di magia, utopia, sogno, irrazionalita', la sinistra fallisce. 
La razionalita' d'altro canto impone pragmatismo, realismo, memoria storica, concretezza, un solido ancoraggio al reale pur utilizzando la comunicazione virtuale. 
Per dar voce a chi non l'ha, ci vuole una voce conosciuta, nota, che in breve tempo riesca ad aggregare un elevato numero di persone, e aderire ad un progetto, per provare a intraprendere un'avventura, viaggio, ove si intravede la partenza, il percorso, ma non ancora la meta. 
Vediamo ora i potenziali punti critici, a rischio, che potrebbero compromettere l'impresa. 
In primis l'ammutinamento dei compagni di viaggio, se non ben motivati, stimolati, impegnati in prima persona ad un progetto a medio termine, che non contempla la leggerezza del fenomeno mediatico di moda, e non ne garantisce comunque il risultato. 
Onde per cui chi vi aderisce non dovrebbe aver nulla da perdere, casomai da guadagnare in termini di iniezioni di speranza e fiducia, e non d'illusione e relativa fisiologica delusione. 
Aderire significherebbe inoltre contribuire in prima persona alla realizzazione del progetto, mettendosi in gioco e costituendosi da ripetitore, trasmettitore, ricevente. 
Il rischio e' che un movimento che diviene partito, si trasformi in un ibrido che perde la propria identita', e conseguenti dinamiche implosive di protagonismo, competizione, potere. 
Il modello da seguire dovrebbe essere lo zapatismo di Marcos, ossia multi identita' uguale nessuna identita', ovvero ognuno vale uno, l'unione come plusvalore possibile. 
Senza voler creare isole, oasi, riserve protette, casomai una tribu' orgogliosa e fiera della propria autenticita'.
Raggiungere piu' persone possibili attraverso Internet, amplificarsi quale eco e riappropriarsi dei media tradizionali: radio, televisioni, stampa. 
Prevedere in un futuro prossimo una forma di autofinanziamento, ad esempio donazione, perche' senza contributi non si fa politica e non si arriva alle masse, le sale riunioni si affittano, i manifesti costano, la connessione si paga. 
Si tratta di un grande investimento, coinvolgimento, convogliamento di energie, di risorse, in termini di tempo e impegno.
Aderire comporta forza e resistenza, e' un cammino impervio, privo di bussola, mappa, guida, la strada si delinea, si traccia man mano che si prosegue. 
E' un incedere a passi lenti e scalzi, quasi silenti ma incisivi, cio' che distingue i felini dalle pecore.
Presuppone creativita', abbandonando schemi mentali, luoghi comuni, barriere e confini, inventando e reinventandosi giorno dopo giorno, modi e mezzi penetranti la corteccia sino alla linfa della gente. 
E' una sfida seducente, ove ci si misura con se stessi e nella relazione con l'altro, sulle fondamenta delle questioni sociali, politiche, etiche, ambientali. 
Al di la' di entusiasmi, passioni e fervori, la posta in gioco e' assai alta, non comporta certezze, sicurezze ma dubbi, interrogativi privi talvolta d'alcuna risposta, un continuo mettersi in discussione e a confronto.
D'altronde l'aspetto piu' affascinante di codesto progetto e' costruirlo assieme, per amore e mai per forza, quale storia infinita. 
In movimento. 

2 commenti:

  1. Ciao Moon, apprendo da te con piacere della nascita di un movimento di persone accomunate dalla "sintonia" con Diego Cugia.
    Imparai a conoscerlo e lo seguii con passione nelle vesti di "Zombero" su Radio24; gli scrissi anche, ottenendo una risposta immediata, e parlai di lui sul mio blog. Seguii per un po' anche il forum sul suo sito, poi gli scrissi di nuovo, sollecitandolo ad aprire un suo blog, questa volta senza ottenere risposta.
    Lo apprezzai meno, poi, nel ruolo di autore televisivo; infine ne ho un po' perso le tracce, preso da altri interessi (il tempo non è infinito...).
    Sono convinto che ogni sollecitazione ed iniziativa per "fare qualcosa" costituisca il più valido antidoto alla gravissima sindrome da indifferenza che ha colpito tanta parte dei nostri connazionali in tempi di grave allarme politico e sociale, oltre che (su scala globale) ambientale.
    Temo però che la popolarità di Cugia non sia sufficiente a dare vita ad un movimento incisivo.
    Al momento ritengo molto più promettente il progetto di Beppe Grillo, di dare vita a liste elettorali per le prossime amministrative, su un progetto politico che viene gradualmente illustrato sul suo blog e che a me personalmente fa sognare; e quello di Giulietto Chiesa, di mettere in piedi il suo canale, o meglio "format" Pandora-tv, che secondo lui costituisce l'unica via possibile per combattere con le stesse armi quel potere di inquietante "modificazione antropologica" operata negli ultimi anni dalle televisioni.
    Comunque seguirò con estremo interesse il nascente progetto / movimento degli "Invisibili" a cui auguro molta fortuna e successo.
    Un saluto a te.

    RispondiElimina
  2. grazie franz :) comprendo e apprezzo il tuo punto di vista, e' che Diego lo sento piu' in sintonia con me, col mio modo di pensare, sentire e comunicare.
    La differenza con Grillo forse e' che la politica di Grillo e' piu' istrionica, urlata, invisa ai potenti ma seducente per le masse, che sentono dire cio' che vogliono sentirsi dire.
    Sara' che con Diego ho parlato - pardon scritto - anche scontrandoci talvolta, e devo dire che dietro un autore uno scrittore ho trovato un uomo, nonostante il sapere la notorieta', semplice, autentico, onesto.
    Insomma mi ha dato l'impressione di uno di cui ci si possa fidare, ecco perche' ho aderito al progetto suo, e non di altri.
    Conosco Pandora TV, a cui piu' che Giulietto Chiesa mi lega Claudio Fracassi, che stimo e in cui ripongo la massima fiducia e affetto alla pari di Diego.
    Poi siamo umani, per cui ogni avventura comporta rischi ed errori - e come tu affermi - importa alla fine che ci siano piu' voci a risvegliare dall'indifferenza con i modi piu' vari creativi e incisivi.
    Per cui ben venga la denuncia di piazza stile Grillo, o mediatica di Travaglio, o la libera informazione di Chiesa e Fracassi.
    Ma quella feroce tenerezza, io l'ho riconosciuta in Diego, e un po' mi ci rispecchio, ecco perche' ho scelto il suo progetto.
    un sorriso a te :)

    RispondiElimina