domenica 1 febbraio 2009

Stupro

Tema che seguo da anni, dai tempi dei Quaderni delle bambine, dall'efferata violenza a Franca Rame e a Gianfranco Mascia, all'orrore del Circeo. 
Dalle battaglie femministe al Telefono Azzurro, alle mille storie raccontate di violenza fisica e psicologica sulle donne; tra i muri di casa come tra i rovi; da parenti, famigliari, amici sino all'estraneo, allo sconosciuto, al branco, italiano o straniero. 
E' un argomento che mi tocca intensamente, e di cui fatico a parlarne, non che abbia subito stupri sessuali, ma ogni donna, da bambina o da adulta, ha subito una molestia, o un abuso. 
Il problema va analizzato lucidamente e razionalmente.
E' il prodotto di una cultura maschilista e di una societa' dell'immagine che fa della donna un oggetto del desiderio, dalle realta' piu' retrograde a quelle piu' evolute, da oriente a occidente, dal comunismo al capitalismo. 
E' il senso del possesso atavico ancestrale, che una volta riteneva i figli e la moglie come proprieta' privata assoluta, disponendone vita e morte; e' il senso di dominio in una societa' in cui si e' a valore zero e vuoto a perdere; la rivalsa da emarginazioni culturali, sociali, relazionali. 
Accade nelle civilta' integraliste come laiche, accade ovunque e comunque, non dipende da istruzione, reddito e status, ma da un inconscio collettivo che scatena l'irrazionale e istinti primordiali animali. 
In merito allo stupro, c'e' un enorme black hole legislativo. 
Non vi e' certezza della pena, dovrebbe invece essere considerato alla stregua dell'omicidio, perche' alle vittime di stupro viene uccisa una parte di se', non piu' recuperabile risanabile, con danni esistenziali permanenti e disturbi cronici della relazione e sessualita'. 
Quando si subisce uno stupro, non ci si fida piu' dei maschi, se ne ha paura, si dorme con la luce accesa, non si ha piu' una vita sessuale serena e appagante, si regredisce allo stato infantile, sovente c'e' il rifiuto del corpo, proprio e altrui, sino a rasentare l'autismo. 
L'annichilimento della personalita' con conseguente annullamento di bisogni, sogni e desideri. 
Tant'e' che lo stupro di massa e' tecnica applicata in guerra, in tortura e come strategia di terrorismo politico. 
La stessa pedofilia spesso e' figlia di un bambino violentato. 
Quello che fa piu' schifo e' che lo stupro viene usato, manipolato da media e politici per le loro campagne elettorali ed audience, fomentando razzismo e richiami all'ordine e sicurezza, di memoria e stampo fascista. 
Assistiamo a fenomeni di emulazione, bravi ragazzi di buona famiglia in preda ai fumi di alcol e droghe, mix micidiale per perdere il controllo di se', come chi guida un'auto e uccide passanti, mine vaganti. 
Branchi di extracomunitari clandestini, provenienti da culture maschiliste, senza denaro per pagarsi una prostituta, che rivendicano in tal modo il loro stato di randagi sociali. 
E siccome violenza chiama violenza, ecco i raid fascisti di vendetta contro inermi stranieri, sovente appoggiati da gente di periferia stanca di soprusi e abusi, sino all'isterismo mediatico del linciaggio.
Paradossalmente guai a toccare le donne di casa nostra, o cosa nostra. 
Che fare? Cambiare la legge, certezza della pena assimilabile all'omicidio. 
Non trasformare i processi in interrogatori umilianti per le donne, da voyeur mediatici e virtuali. 
Garantire alle donne tutela legale e sociale, case di accoglienza alle vittime di violenza, supporto psicologico. 
Proteggere e tutelare le donne nella loro mobilita', ossia accordarsi per una politica di mezzi pubblici e privati, ad esempio i taxi, che permettano alle donne un rientro sicuro a casa anche in ore serali e notturne. 
Incrementare i presidi di polizia e i pattugliamenti nei quartieri e nei punti caldi delle citta'. 
Evitare luoghi isolati per le coppie, e istituire ritrovi controllati, aree di sosta, per i momenti di intimita' dei giovani, che non hanno soldi per permettersi una stanza o un motel; provvedimento anticlericale in un paese cattolico, ma pratico e indispensabile al di la' di ogni ipocrisia. 
Integrare razze e culture diverse, perche' solo cosi' si evolve una popolazione e una societa', poiche' civilta' e' pensare e agire con intelligenza, per amore e mai per forza. 
E che le donne siano le prime a non cedere alla facile tentazione della seduzione, proponendo modelli sessuali ad uso e consumo del maschio, ma che pretendano e rivendichino il loro essere persone, prima che femmine, educando figli, mariti e compagni al rispetto della dignita' e differenza di genere. 
L'amore rubato non e' mai un dono, ma un furto, di identita'.

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